TEATRO STUDIO

KRYPTON


PERCORSI


CALENDARIO


LINK


GALLERIA


CONTATTI



1995
ARSA
di Giuseppe Manfridi
 
 





con Patrizia Schiavo (in seguito Silvia Guidi)
musiche originali Giusto Pio
costumi Daniela Ganassini
luci, progetto scenico e regia Giancarlo Cauteruccio

Con Arsa, un raffinato e densissimo testo di drammaturgia contemporanea del 1989, firmato da Giuseppe Manfridi, Cauteruccio affronta una scrittura in versi. Krypton persegue così un lavoro di decostruzione sulla parola che attraversa diversi piani linguistici, dalla visualizzazione alla recitazione. La ricerca sulla sensatezza della parola, scritta, urlata, concepita dal pensiero, tradotta, non poteva trovare un contesto migliore di quello della cultura giudaica, così avvinta alla scoperta dei nomi di Dio, che è al centro dello spettacolo.
Arsa racconta la storia di Sara (nome contenuto in anagramma nel titolo), poetessa ebrea che visse nel secolo XVII nel ghetto di Venezia. Da qui intrattenne una lunga corrispondenza con un uomo cristiano, erudito e letterato, che viveva a Bologna. Affascinata dalla sua personalità attraverso il rapporto epistolare, Sara vive tra le pareti della sua stanza un amore impossibile, mistico e carnale al tempo stesso. Sara capitolerà davanti alle insistenze dell’amato e finirà per convertirsi al Cristianesimo, unico reale interesse dell’uomo. Davanti alla disillusione amorosa e prostrata per l’abiura commessa, Sara infine si lascerà morire in un estremo atto di espiazione, quasi una via inevitabile per compiere la propria vicenda. Il complesso testo di Giuseppe Manfridi scorre sulla scena e sulle pareti della stanza di Sara, mentre sul suo stesso corpo nudo vengono proiettati i caratteri ebraici di una delle sue missive d’amore. La collaborazione tra diversi artisti, un poeta, un musicista (Giusto Pio autore delle musiche originali) e un regista, conferma in questo spettacolo come la poetica di Krypton sia un luogo di contemporaneità, di incontro simultaneo tra le arti.