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2005
B.
di Giampaolo Spinato
 
 





con Silvia Guidi, Fulvio Cauteruccio e Daniele Bartolini
musiche originali Marco Puccini
scene e luci Loris Giancola
immagini video Stefano Fomasi
costumi e assistenza alla regia Massimo Bevilacqua
regia Fulvio Cauteruccio

Lo spettacolo conferma l’interesse della compagnia ad indagare nei territori della drammaturgia contemporanea italiana e ad incontrare nuovi autori che con la loro lingua riflettono il presente.
B., segnalato al Premio Riccione nel 2001, racconta due enigmatiche storie che si intrecciano e si sovrappongono. Tutto si svolge in una stanza in cui si consuma, con dialoghi serrati che via via quasi perdono di senso, un interrogatorio a B., da parte di due figuri – guardie, carcerieri, aguzzini? – comandati da un capo, ossia una voce fuori campo.
A fare da colonna sonora i suoni, le voci, i rumori della telecronaca di una partita di calcio in contrapposizione ai flashback della vicenda di sesso e sangue di B. e della sua donna. La regia di Fulvio Cauteruccio esaspera il dramma della coercizione, quella violenza dell’uomo sull’uomo di pinteriana memoria, il conflitto tra forza e debolezza, tra movimento e immobilità. L’innominabile B. chiuso in quella stanza diventa l’oggetto di un banchetto cannibale, viene attraversato da visioni e subisce atroci torture, mentre i “due” officiano la loro danza macabra. La messa in scena è essenzialmente fondata sul lavoro degli attori chiamati a portare dentro lo spettacolo le proprie esperienze, il proprio immaginario, la propria fisicità privata di ogni inibizione, seguendo il ritmo vertiginoso della scrittura.
Lo spettacolo è una coproduzione Compagnia teatrale Krypton, Scandicci Cultura e Festival Asti Teatro 27 ed ha debuttato in prima nazionale ad Asti il 28 giugno 2005.

Segnalazione del testo al Premio Riccione 2001 con la seguente motivazione:
Per avere creato con ellittica scrittura beckettiana di lucida potenza l’intrecciarsi di un doppio enigmatico quadro: la vicenda di sesso e di sangue di B. e di una Lei, che quando non scopa selvaggiamente si traveste da Madonna, contrapposta al chiacchiericcio di guardie, o voyeur, o spettatori tv con telecomando, o registi che ripassano il girato del video… Via via l’azione si stempera nell’immagine astratta di un fatto e della sua eco diffusa dalle voci degli astanti, creando uno spaccato metropolitano carico di suggestione.