con
Silvia Guidi, Fulvio Cauteruccio e Daniele Bartolini
musiche originali
Marco Puccini
scene e luci Loris
Giancola
immagini video
Stefano Fomasi
costumi e assistenza
alla regia Massimo Bevilacqua
regia Fulvio
Cauteruccio
Lo spettacolo conferma l’interesse della
compagnia ad indagare nei territori della drammaturgia
contemporanea italiana e ad incontrare nuovi autori
che con la loro lingua riflettono il presente.
B., segnalato
al Premio Riccione
nel 2001, racconta due enigmatiche storie che si
intrecciano e si sovrappongono. Tutto si svolge in una
stanza in cui si consuma, con dialoghi serrati che via
via quasi perdono di senso, un interrogatorio a B., da
parte di due figuri – guardie, carcerieri, aguzzini? –
comandati da un capo, ossia una voce fuori campo.
A fare da colonna sonora i suoni, le voci, i rumori
della telecronaca di una partita di calcio in
contrapposizione ai flashback della vicenda di sesso e
sangue di B. e della sua donna. La regia di Fulvio
Cauteruccio esaspera il dramma della
coercizione, quella violenza dell’uomo sull’uomo di
pinteriana memoria, il conflitto tra forza e
debolezza, tra movimento e immobilità. L’innominabile
B. chiuso in quella stanza diventa l’oggetto di un
banchetto cannibale, viene attraversato da visioni e
subisce atroci torture, mentre i “due” officiano la
loro danza macabra. La messa in scena è essenzialmente
fondata sul lavoro degli attori chiamati a portare
dentro lo spettacolo le proprie esperienze, il proprio
immaginario, la propria fisicità privata di ogni
inibizione, seguendo il ritmo vertiginoso della
scrittura.
Lo spettacolo è una coproduzione Compagnia teatrale
Krypton, Scandicci Cultura e Festival Asti Teatro 27
ed ha debuttato in prima nazionale ad Asti il 28
giugno 2005.
Segnalazione del
testo al Premio Riccione 2001 con la seguente
motivazione:
Per avere creato con
ellittica scrittura beckettiana di lucida potenza
l’intrecciarsi di un doppio enigmatico quadro: la
vicenda di sesso e di sangue di B. e di una Lei, che
quando non scopa selvaggiamente si traveste da
Madonna, contrapposta al chiacchiericcio di guardie,
o voyeur, o spettatori tv con telecomando, o registi
che ripassano il girato del video… Via via l’azione
si stempera nell’immagine astratta di un fatto e
della sua eco diffusa dalle voci degli astanti,
creando uno spaccato metropolitano carico di
suggestione.