esito del laboratorio “La parola e la luce”
condotto da Fabrizio Crisafulli e Renzo Guardenti
drammaturgia Renzo Guardenti
regia Fabrizio Crisafulli
con Simona Lisi
suono Andrea Salvadori
con la collaborazione degli allievi dei corsi di Illuminotecnica, Accademia di Belle Arti di Firenze, Istituzioni di Regia, Corso di Laurea Magistrale in Scienze dello Spettacolo-Università di Firenze
un progetto promosso da Accademia di Belle Arti Di Firenze, Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Storia delle Arti e dello Spettacolo
in collaborazione con Gruppo Arte Teatro Danza, Accademia di Belle Arti di Roma, Università degli Studi RomaTre,
Corso di Laurea DAMS, Teatro Studio Krypton
con il contributo di Ente Cassa di Risparmio di Firenze
Il lavoro, dedicato alla grande scrittrice austriaca Ingeborg Bachmann, mette in relazione tra
loro due aspetti della creazione teatrale che generalmente, nel processo di elaborazione di uno
spettacolo, non sono a contatto diretto, essendo usualmente la parola collocata all'inizio del
processo e la luce alla fine. La modalità della scrittura scenica, della creazione diretta cioè nello
spazio delle prove di tutti gli elementi che compongono lo spettacolo, parole incluse, permette
questo riavvicinamento, come il progetto intende verificare.
Lo spettacolo non fa riferimento ad un dramma o ad un’opera dell’autrice, ma al suo mondo
poetico in generale. Sebbene la poesia della Bachmann non sia un universo separabile rispetto
alla dimensione esistenziale dell’autrice, non ha alcun intento biografico, né forma narrativa. Il
mondo della grande poetessa austriaca vi risuona tramite situazioni e atmosfere create attraverso
la messa in relazione di alcuni suoi testi con altri linguaggi e mezzi espressivi: in particolare con la luce, intesa non solo come mezzo per illuminare la scena e l’azione, ma come dispositivo di “disegno” e di visioni. Lo spazio della scena è elemento di supporto della parola, delle azioni e della luce, così come la pagina bianca lo è per le parole in poesia. Lo spazio è inteso come paesaggio mentale, capace di mutare aspetto da un quadro all’altro, attraverso la luce (altro elemento ricorrente e importante nell’opera bachmanniana). Con la luce si intende cogliere qualità interiori del mondo poetico della Bachmann. O, vedendo la questione da un altro punto di vista, il lavoro cerca di accedere alla ‘luce’ che è caratteristica della sua opera letteraria e poetica.
Il progetto La parola e la luce. Laboratorio didattico di scrittura scenica, è stato condotto da Fabrizio Crisafulli (regista e illuminotecnico) e Renzo Guardenti (storico del teatro) come attività interdisciplinare dei loro corsi fiorentini, rispettivamente, dell’Accademia di Belle Arti e del Dipartimento di Storia delle Arti e dello Spettacolo dell’Università. Ad esso hanno partecipato circa quaranta studenti delle due istituzioni che, dopo aver elaborato il progetto, sono stati ospitati dal Teatro Studio Krypton, per la sua realizzazione e presentazione al pubblico.