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KRYPTON


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1998
U JUOCO STA FINISCIENNU
ENDGAME (FINALE DI PARTITA)
di Samuel Beckett

 
 





traduzione dall’ inglese in dialetto calabrese John Trumper
con
Giancarlo Cauteruccio, Fulvio Cauteruccio, Alessandro Russo, Laura Marchianò
collaborazione alla regia e adattamento Fulvio Cauteruccio progetto, scene e regia Giancarlo Cauteruccio

Nel rapporto di confronto continuo che lega la ricerca di Krypton alla parola di Samuel Beckett l’allestimento di Finale di Partita è quasi un atto dettato dalla necessità per via di tutte le implicazioni che il lavoro introno a questo testo ha portato con sé. In primo luogo l’immedesimazione dello stesso Giancarlo Cauteruccio nel ruolo di Hamm, immobilizzato sulla sua sedia a rotelle, dove il disagio della fisicità diventa metafora dell’impossibilità di trovare sensatezza al linguaggio. Ma c’è di più: sulla scena viene portato un vero conflitto familiare, quello con il fratello Fulvio, attore di un’altra generazione e di un’altra formazione, che in questo allestimento veste i panni di Clov, guardiano, vittima e torturatore di Hamm. I due fratelli, calati in questo dramma dove la reciproca dipendenza tra i due personaggi è una condizione di vita tragica e inevitabile, recitano la parola di Beckett nella propria lingua madre, il calabrese delle terre cosentine. La traduzione di Beckett in calabrese è un evento unico, ma altrettanto raro è trovare questa lingua innalzata al livello di linguaggio teatrale contemporanea. Autore della traduzione è il gallese John Trumper, massimo studioso dei dialetti calabri. “Quando ho messo in scena Finale di partita, ho attivato una vera sfida con la mia esistenza. I due interpreti nei due bidoni della spazzatura erano stati caricati di una serie di indicazioni scaturite dalla attenta osservazione dei modi espressivi e conflittuali di mio padre e mia madre. Lo scontro confronto giocato tra Hamm e Clov evidenziava la differenza tra me, basso, grasso, ma regista e capo perché fratello maggiore, e mio fratello, alto, magro e bello, ma attore e fratello minore. In scena entrava un reale conflitto familiare, fatto di ruoli, di esperienze e visioni diverse dell’arte teatrale. Io sperimentatore, proveniente dalle esperienze delle arti visive e dell’architettura, mio fratello, attore proveniente dalla scuola di Vittorio Gassman, eravamo i rappresentanti di due mondi diversi ma con lo stesso destino, esattamente come avviene nel meraviglioso testo di Samuel Beckett” (Giancarlo Cauteruccio). Il primo studio dello spettacolo è stato realizzato nel 1997 a Palermo, nel Chiostro della Biblioteca Comunale di Palermo per “Palermo scena 97”; la prima nazionale dello spettacolo è stata realizzata al Teatro Studio di Scandicci nel 1998.