Daniela Cerri, Graziano Dei, Roberto Visconti
luci
Alberto Mariani
costumi Pina
Izzi
progetto scenico e
regia Giancarlo Cauteruccio
Forse è il
primo incontro del teatro di Krypton con l’universo
beckettiano. Un approccio che avviene in piena
coerenza con i linguaggi che la compagnia ha praticato
sin dagli esordi. I testi sono citazioni da
Aspettando
Godot,
Giorni
Felici,
Finale
di Partita,
L’ultimo nastro
di Krapp, ma
soprattutto brani tratti dalla produzione più recente:
Company,
Respiro,
il romanzo
Malloy.
La parola di
Samuel
Beckett fa da spina dorsale a una
spazializzazione scenica dove intervengono macchine,
proiezioni video, figure, visioni e luci. La parola
viene spogliata di senso, attraverso sottrazioni
successive, arrivando a essere puro suono ed esprimere
solo se stessa. Il titolo stesso, Forse, è una parola
cara all’autore irlandese, ed esprime quella
professione di dubbio, manche di potenzialità che
pervade tutta la sua opera. Nell’incontro con Krypton
il forse di Beckett dichiara la propria realtà come
unico cammino sostenibile all’interno del teatro e
anche fuori dalla scena.
Lo spettacolo debutta al Teatro di Rifredi a Firenze e
viene ripreso in un nuovo allestimento al Fabbricone
di Prato.