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UN UOMO UN GIGANTE
ANTONIO
GRAMSCI. LA DIGNITA' IL
CORAGGIO LA FORZA
drammaturgia
poetica dalle Lettere
dal Carcere, Lorenzo
Bertolani
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con
Alessandro Haber
musiche originali
eseguite dal vivo Raffaele Brancati fiati,
Luca Marino percussioni
scene e luci Loris
Giancola
costumi Massimo
Bevilacqua
elaborazione immagini
video Mirko Greco
fonica Matteo
Ciardi
regia Giancarlo
Cauteruccio
Lo spettacolo si fonda su una drammaturgia del poeta
Lorenzo Bertolani da Lettere dal carcere. I musicisti
Raffaele Brancati ai fiati e Luca Marino alle
percussioni affiancano in scena il protagonista ed
eseguono musiche originali dal vivo.
Questa produzione teatrale è un omaggio ad un piccolo
uomo definito un “gigante”, la cui volontà e il cui
pensiero hanno guidato intere generazioni, divenendo
patrimonio comune di coloro che lottano per rendere il
mondo più libero.
Il testo raccoglie e rende il dramma vissuto da Gramsci
negli anni della prigionia, cambiando riferimenti e temi
secondo il declinante tempo verso la morte, così
precisamente seguito nelle Lettere dal carcere. Spesso
sono i particolari che danno requie e contemporaneamente
alimentano la tragedia: l’orologio di un campanile che
riprende il suo corso, una foto del figlio, i libri, il
nome beffardo di una clinica, la mancanza dei denti…
Così lo spazio di una cella può riempirsi di ansia e
nostalgia, di speranza e disperazione, di positività e
malinconia.
Narrando i giorni dal carcere di Gramsci lo spettacolo
dà voce al dramma della separazione e della coercizione
e voce alla dignità e alla forza con cui queste
condizioni vengono affrontate, e moralmente e
definitivamente vinte, aldilà della fine fisica.
Un uomo un gigante
nasce da una radice che in questi anni ho cercato di
sviluppare con il mio lavoro artistico al Teatro
Studio di Scandicci; un progetto che mette insieme
artisti che appartengono alla città, o che hanno
contribuito ai suoi progetti culturali. Presentato
come studio in una serata in cui l’anno scorso si
celebravano al Teatro Studio i settant’anni dalla
morte di Antonio Gramsci, Un uomo un gigante metteva
in gioco materiali che in seguito mi hanno fatto
pensare ad un approfondimento.
Così ho chiesto a
Lorenzo Bertolani di lavorare poeticamente alle
Lettere dal carcere, e ho coinvolto due musicisti,
come Luca Marino, attivo negli ambiti musicali della
città, e Raffaele Brancati, storico collaboratore
della compagnia, per un disegno musicale originale e
parallelo alla scrittura. Ma ciò che caratterizza
questo lavoro è la presenza di Alessandro Haber, uno
dei più intensi attori italiani, che nelle vesti di
Antonio Gramsci si misura con un testo poetico e
storico. Un Gramsci qui osservato nei profondi
sentimenti espressi nelle lettere indirizzate alla
madre, alla moglie e ai figli.
Lettere che diverranno
un patrimonio inestimabile, custodi di quel pensiero
che ha caratterizzato tutta la cultura del Novecento.
Un uomo un gigante è
un momento di teatro in cui si esprime fortemente la
condizione di disagio dell’uomo contemporaneo: la
tensione delle idee e quella ricerca di valori resa
necessaria dalla complessità del mondo.
Il valore civile e
politico, ma prima di tutto umano, delle pagine della
vita di Gramsci, che hanno formato intere generazioni,
oggi più che mai rappresenta con dirompenza le
questioni fondamentali del nostro tempo.
Giancarlo Cauteruccio
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