traduzione
Alessandra Serra
con Fulvio
Cauteruccio, Giancarlo Cauteruccio, Giuseppe Savio
costumi
Mania Brundu
colonna sonora
Fulvio Cauteruccio
luci, scene e regia
Giancarlo Cauteruccio
Dopo il lavoro con la trilogia beckettiana apre
un nuovo percorso nella sua ricerca per un teatro
necessario, continuando a sostenere il valore
indispensabile della parola e dell’arte in opposizione
alla ferocia della storia. Harold
Pinter è un autore emblematico del Novecento
e della realtà odierna. Le sue commedie “politiche”
descrivono un secolo e una temperie storica ma
potrebbero essere ambientate in qualsiasi secolo,
quasi in ogni luogo della terra. Pinter con la propria
scrittura si impegnò in prima persona contro la
violenza, il razzismo e quant’altro scalfisca la
dignità del genere umano. Il
guardiano apre poi una serie di questioni
sulla lingua, dove i tre personaggi si mascherano
dietro le parole e in nome delle parole stesse
compiono una sorta di sopraffazione della lingua
stessa. La claustrofobica stanza in cui agiscono i tre
attori è una metafora della spietata lotta per il
predominio che contraddistingue il mondo esterno; ed è
proprio dalla frustrazione per il fallimento sul
controllo all’esterno che Davies, Mick e Aston lottano
per l’egemonia all’interno della stanza, una vera e
propria stanza della tortura. La vicenda del guardiano
viene qui declinata in una versione italiana, dove Giancarlo
Cauteruccio, con un forte accento calabrese,
si oppone a Fulvio
Cauteruccio, che per l’occasione assume i
toni di un’aggressività spavalda tutta milanese La
prima nazionale dello spettacolo è stata presentata il
30 novembre 1999 al Teatro Studio di Scandicci.