con
Giancarlo Cauteruccio
costume Massimo
Bevilacqua
scene André
Benaim
luci Trui Malten
regia Giancarlo
Cauteruccio
Al suo quarto Beckett,
Giancarlo Cauteruccio
torna nel 2003 a L’ultimo nastro di Krapp dopo dieci
anni con una lettura inedita e completamente diversa
rispetto a quella della fortunata edizione del 1993
che vedeva in scena un doppio Krapp: il vecchio,
interpretato da Massimo Verdastro e il giovane, a lui
speculare, interpretato da Fulvio Cauteruccio.
Nel 2004 il regista entra nella terna finale del Premio
UBU come miglior attore dell’anno proprio per
l’interpretazione di questo personaggio.
Per il progetto 1906BECKETTCENTOANNI2006,
Cauteruccio
presenta una nuova edizione dello spettacolo.
In questo ritorno a Krapp, Cauteruccio attinge al suo
passato di sperimentatore di teatro tecnologico per
generare spazi scenici dove inserire le
caratteristiche fisiche ed espressive sue e del suo
personaggio. Uno spettacolo sofisticatissimo sul piano
acustico, vocale e visivo in cui è forte la necessità
di creare una coincidenza tra attore e personaggio.
Così in un luogo siderale prende vita il noto rituale
e il vecchio Krapp si esibisce con vere e proprie
performances fisiche tra chiavi, bobine, banane e
registratori per intrattenere il pubblico. Poi pause,
solitudine e l’elogio al buio e al silenzio.