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Gli
esordi. Già fondatore del gruppo Il
Marchingegno (1977-1982), Giancarlo Cauteruccio con Pina
Izzi dà vita al Gruppo di ricerca teatrale multimedia
Krypton nel 1982, a Firenze.
Krypton, in questi anni, fonda la sua ricerca artistica su
una specificità tecnologica/elettronica che lo
contraddistingue le caratteristiche a livello nazionale e
internazionale. Partendo dalle arti visive e
dall’architettura, Krypton crea progetti di intervento
sullo spazio fisico arrivando successivamente a una
definizione del teatro tutt’altro che tradizionale. Il suo
Teatro di Luce, in cui ha sperimentato l’applicazione di
sofisticate tecnologie alla messa in scena, si riferisce
prevalentemente, più che alla letteratura teatrale
drammatica, a scritture poetiche, mitologiche e
contemporanee. Il testo, trattato come componente di un
progetto interdisciplinare, si integra con luce, suono,
immagine, lavoro attoriale utilizzando un alfabeto
spettacolare particolarmente elaborato.
Nel 1983 il gruppo realizza una trasposizione della epica
ENEIDE di Virgilio secondo una visione elettronica che
mantiene inalterato il processo narrativo e che senza far
uso del testo recitato si traduce in un suggestivo nuovo
sistema comunicativo. Lo spettacolo ottiene molto successo
in Italia e successivamente è ospite a New York al La Mama
Theatre di Ellen Stewart dove viene accolto con grande
plauso dal pubblico e dalla stampa.
Ma un teatro di luce giocato su un'estetica elettronica
non può stabilizzarsi su un meccanismo narrativo, se pur
suggestivo, comunque visuale. La luce e tutta la
problematica, anche filosofica, che ruota intorno a essa,
conduce il gruppo alla produzione di ANGELI DI LUCE, che
debutta al Teatro Fabbricone di Prato, uno spettacolo
sull’Apocalisse ispirato all’omonimo libro di Giovanni,
alle interrogazioni di Jabès e alla scrittura
profetizzante di Peter Handke. Con questo lavoro, il
gruppo entra in una fase di sperimentazione molto più
complessa dove l’elettronica, non solo come ‘dispositivo’
ma come ‘condizione’ diventa svelamento-rivelazione,
secondo il senso etimologico della parola apocalisse.
Gli anni ottanta.
Dal 1985, quindi, Cauteruccio insieme ai suoi
collaboratori (attori, pittori, poeti, video makers,
musicisti e, non ultimi, tecnici elettronici), si
inoltra con maggiore consapevolezza in un lavoro
linguistico ed estetico che più concretamente si
interroga sulle emergenze del contemporaneo. Senza
tralasciare l’aspetto formale anzi aggiornandolo
tecnicamente, inizia ad affrontare la difficile ma
affascinante problematica del vuoto, dell’oblio, del
sublime, dell’incomunicabilità, dell’assenza, della
frammentarietà: temi che interessano quasi tutte le
produzioni realizzate nei primi anni di lavoro.
Si tratta di un periodo molto complesso artisticamente
ma che ha favorito incontri e rapporti nuovi con
filosofi, architetti, poeti e performer che non poco
hanno contribuito alla definizione di quel Teatro
Elettronico o di quella Drammaturgia della Luce, veicoli
essenziali di una nuova utopia che conduce il lavoro di
Krypton. Spettacoli come CODICE (1986) e SKYLINE (1987),
hanno segnato un reale approfondimento dei temi
affrontati, così come TIBET (1988) e SENZA TITOLO
(1988).
Con FORSE - UNO STUDIO SU SAMUEL BECKETT (1989) e MEDEA,
di Marco Palladini (1991), Krypton ha maturato un lavoro
nel quale il progetto drammaturgico si fa più forte, e
il dialogo tra poesia e tecnologia più integrato. Un
progetto quindi che si definisce gradualmente, così come
impone un reale processo di ricerca, al quale hanno
contribuito le verifiche negli U.S.A., al festival
austriaco di Linz, a Zagabria, a DOCUMENTA 8 di Kassel,
al Festival di Oslo e al primo festival del teatro
italiano a Mosca, dove con lo spettacolo TEOREMA il
gruppo ha ottenuto uno straordinario successo.
Il teatro
architettura. Un aspetto
fondante della storia di Krypton è costituito dal Teatro
per Ambienti che il gruppo produce sin dalle origini,
anzi è attraverso questo che arriva gradualmente alla
scena. Dal 1982 a oggi sono stati realizzati, infatti,
numerosi e articolati progetti di spettacolazione in
spazi naturali, urbani ed ex industriali. Questo perché
lo scenario reale meglio si presta ai viaggi immaginari
di Krypton dove l’elettronica diventa elemento di
esaltazione delle qualità estetiche preesistenti dei
luoghi che nello spettatore fa scattare quel necessario
meccanismo di rivisitazione critica dello spazio con il
quale spesso non riesce più a stabilire un reale
rapporto sia estetico/poetico che vitale. D’altra parte
l’arte non può esimersi dal contribuire al ritrovamento
di una nuova armonia tra l’uomo, la natura, la città, la
tecnologia.
Tra i progetti realizzati si ricordano INTERVALLO sul
fiume Arno a Firenze (1984), ELETTRICHE LUNE nel bosco
della Versiliana a Marina di Pietrasanta (1985),
METAMORFOSI per la Hauptplatz di Linz e Piazza
Santissima Annunziata in occasione di Firenze Capitale
della Cultura ’86, ALBERI per lo storico giardino di
Taormina per Taormina/Arte ’90, DALLE ACQUE nello spazio
urbano di Foligno, SKYLINE nello spazio urbano di Oslo.
Gli anni
novanta. Dal 1991 Krypton ha la
sua sede operativa stabile nella modernissima struttura
del Teatro Studio di Scandicci dove, oltre all’attività
produttiva e di laboratorio, ha il ruolo di direzione
artistica sul teatro di ricerca e nuovi linguaggi
dell’arte. Nel gennaio 1993 ha prodotto L’ULTIMO NASTRO
DI KRAPP di Samuel Beckett, definito dalla stampa una
delle messe in scena più interessanti di questo
importante atto unico.
Nel 1994 ha realizzato l’allestimento dello spettacolo
DINO CAMPANA - UN POETA IN FUGA, su drammaturgia poetica
di Roberto Carifi. Nel 1995 ha messo in scena ARSA,
un’opera di forte impronta poetica, che ha riscosso
ottimi consensi sia di stampa che di pubblico, sul testo
di Giuseppe Manfridi. Sempre nel 1995 ha presentato la
seconda tappa della trilogia dedicata a Beckett,
producendo GIORNI FELICI con la straordinaria
interpretazione di Marion D’Amburgo. Terza tappa del
progetto Beckett l’allestimento di FINALE DI PARTITA.
Dopo un primo studio presentato a Firenze nel luglio
1996, nello storico Chiostro Verde di Santa Maria
Novella, Krypton con CORPO STERMINATO, a distanza di
quindici anni da CORPO AMBIENT, VIDEO, LASER, spettacolo
d'esordio, torna a interrogarsi sul rapporto tra corpo e
tecnologia.
Il progetto CORPO STERMINATO nella doppia valenza
riferita allo sterminio etnico e al corpo sterminato
nella rete telematica, diventa un laboratorio, work in
progress che vede un gruppo di artisti convergere nella
realizzazione di eventi, performance, installazioni
ispirate prevalentemente al rapporto tra il corpo e la
luce, intesa quest’ultima nelle sue svariate forme,
massimo elemento d'espressione estetica del complesso
sistema tecnologico contemporaneo.
Nel 1997 è stato realizzato l’allestimento di ROSSO
LIBERTY, un variegato mosaico composto di frammenti
poetici e narrativi che Nino Gennaro ha mixato nel 1994.
Lo spettacolo prende la forma di un concerto - così come
l’autore suggeriva - ad assecondare l’espressione dei
tanti ritmi, stili e temi presenti nella scrittura
dell’autore.
Per il Festival Internazionale Intercity Paris 1, nel
1998 la Compagnia ha prodotto RITRATTI ARTISTICI:
BATTESIMI E MATRIMONI, un testo dell’autrice francese
Natacha de Pontcharra incentrato sul tema del rapporto
tra il corpo reale e la sua riproducibilità, tra il
corpo e la sua mutazione; un testo che ha rappresentato
l’occasione per affrontare drammaturgicamente una
tematica in precedenza filtrata dal regista attraverso
le arti visive e la performance.
Nell’Aprile del 1999 è stato realizzato ALICE NEL PAESE
DELLE MERAVIGLIE da Lewis Carroll. Preceduto da una
prima versione multimediale per due attori nella
stagione 1997/98 e da una prima scrittura di Alessandro
Serpieri, intitolata MERAVIGLIOSA ALICE, il nuovo
allestimento è uno spettacolo multimediale in cui
l’utilizzo delle nuove tecnologie si traduce in una
fantasmagoria di colori, di forme, di luci, una festa
degli occhi, supportata da una colonna sonora che spazia
dal rock alle canzonette di Raffaella Carrà, passando
per Fred Buscaglione.
Il 30 novembre 1999 la compagnia presenta, in prima
nazionale, lo spettacolo IL GUARDIANO di Harold Pinter
che apre un nuovo capitolo dedicato alla drammaturgia
contemporanea, rivolgendo l’attenzione a un
intellettuale dalla forte coscienza civile. Il progetto
scenico è il risultato di una sintesi della ricerca che
la compagnia Krypton ha condotto negli ultimi anni e
dove l’elemento tecnologico, sempre più assimilato e
decantato, continua a muovere il comportamento registico
in una direzione senz’altro innovativa, perché non
concepito come contenitore passivo dell’azione, ma come
uno degli elementi essenziali della scrittura scenica.
Dal duemila
a oggi. Nel 2000 viene presentato
al Castello dell’Acciaiolo di Scandicci il primo studio
dello spettacolo ROCCU U STORTU; proseguendo idealmente
sulla direttrice di Finale di Partita, Roccu u
Stortu fa convergere le esperienze attoriali
e registiche di Fulvio Cauteruccio, elemento stabile del
nucleo artistico della compagnia, quelle musicali di
Peppe Voltarelli, Amerigo Sirianni e Salvatore De Siena
de Il Parto Delle Nuvole Pesanti, e
quelle drammaturgiche di Francesco Suriano,
tutti artisti di origine calabrese, in una sorta di Histoire
du soldat postlitteram, lavorando su un dialetto
che fonda la sua forza proprio sulla incomprensibilità,
sul carattere onomatopeico che trova per incanto la
comprensibilità.
Nel 2001 la compagnia presenta DENTRO LA TEMPESTA da The
Tempest di William Shakespeare nella nuova
traduzione di Alessandro Serpieri. Nel
luglio 2002 la compagnia presenta LA TEMPESTA di William
Shakespeare, progetto speciale per il
Castello dell’Acciaiolo di Scandicci. Un allestimento
che riserva molte sorprese e che si avvale di un cast di
attori ampliato e in parte rinnovato. Lo spettacolo
basato sulle suggestioni e lo studio dei nuovi spazi
scenici presenta un corpo e uno svolgimento inediti
rispetto all’edizione precedente e si avvale ancora
della preziosa collaborazione di Marco Messina
e Meg dei 99 Posse
che in settembre pubblicano la colonna sonora dello
spettacolo nel cd NOUS LA TEMPESTA
distribuito dalla BMG.
Nel settembre 2002, Krypton presenta in prima assoluta
ICO NO CLAST di Giampaolo Spinato con la regia di Fulvio
Cauteruccio e le musiche originali eseguite dal vivo da
Peppe Voltarelli, Marco Messina e lo stesso Fulvio
Cauteruccio. Lo spettacolo è anche un tributo ai Sex
Pistols, quindi la musica è fortemente presente e
importante. Un vero e proprio dono alla compagnia è il
brano inedito intitolato P.C. di Giovanni
Lindo Ferretti e Gianni Maroccolo,
ex C.S.I. oggi P.G.R., due tra i più
grandi artisti dell’attuale scena musicale italiana,
inserito nella colonna sonora dello spettacolo.
Nel novembre 2003 debutta in prima nazionale al Teatro
Fabbricone di Prato L’ULTIMO NASTRO DI KRAPP di Samuel
Beckett, diretto e interpretato da Giancarlo
Cauteruccio; il 21 maggio 2004 al Teatro Studio di
Scandicci va in scena UBU C’È da Ubu Roi di
Alfred Jarry, con Fulvio Cauteruccio e Alida Giardina;
lo spettacolo è introdotto da una testimonianza
esclusiva in video del grande filosofo Jean
Baudrillard. Nel novembre 2004 debutta ai
Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo nell’ambito del
Progetto Amazzone la prima assoluta di BANG BANG /IN
CARE – FILOTTETE E L’INFINITO ROTONDO di Lina
Prosa, regia di Giancarlo Cauteruccio, con Patrizia
Zappa Mulas e musiche originali composte ed
eseguite dal vivo da Giovanni Sollima
e la sua band.
Il 5 aprile 2005 debutta in prima assoluta al Teatro
Studio di Scandicci FAME – Mi fa fame scritto, diretto e
interpretato da Giancarlo Cauteruccio e il 28 giugno va
in scena in prima nazionale al Festival Astiteatro B. di
Giampaolo Spinato, con la regia di
Fulvio Cauteruccio.
Nel gennaio 2006 la compagnia inaugura il progetto 1906BECKETTCENTOANNI2006
organizzato con l’Istituzione Servizi Culturali del
Comune di Scandicci al Teatro Studio con la prima
nazionale del TRITTICO BECKETTIANO: Atto
senza parole 1, Non io, L’ultimo nastro di Krapp
per il quale riceve il premio alla regia
dall’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. In
aprile viene presentato al Teatro della Pergola di
Firenze, all’interno del Festival Voci d’Europa di
Maurizio Scaparro, MEDEA da Lunga notte di Medea
di Corrado Alvaro con l’interpretazione di Irene
Papas per la regia di Giancarlo Cauteruccio.
In luglio la compagnia debutta al Mittelfest
con lo spettacolo NELLA SOLITUDINE DEI CAMPI DI COTONE
di Bernard Marie Koltès per la regia
di Annalisa Bianco e Virginio Liberti, con Fulvio
Cauteruccio e Michele Di Mauro. A Palermo, in occasione
del Progetto Amazzone, debutta LA MARCHE, regia di
Giancarlo Cauteruccio. Si tratta di uno dei primi testi
di Bernard-Marie Koltès, tradotto per la prima volta in
italiano, su concessione di François Koltès, erede
dell’autore e qui in veste anche di scenografo e
costumista. In agosto Giancarlo Cauteruccio porta in
Calabria nel festival Magna Grecia Teatro 2006 (di cui è
anche direttore artistico) una nuova versione della Medea
di Alvaro dal titolo MEDEA_UNO STUDIO, con le musiche
dal vivo di Peppe Voltarelli. Il 2 settembre Giancarlo
Cauteruccio presenta in prima assoluta al Festival di
Benevento PANZA CRIANZA RICORDANZA, da lui stesso
scritto, diretto e interpretato, con musiche dal vivo di
Luca Marino.
PICCHI’ MI GUARDI SI TU SI MASCULU, scritto e
diretto da Giancarlo Cauteruccio, in scena nel 2007, è
un ulteriore episodio di quella drammaturgia in lingua
calabrese che rappresenta un aspetto
fondamentale della ricerca di Krypton: portare il
Calabrese in Teatro e farne una lingua artistica, al
pari di altri idiomi regionali italiani. A luglio,
debutta al Castello dell’Acciaiolo a Scandicci, PROGETTO
ORESTEA, regia di Fulvio Cauteruccio, nato con l’intento
di attrarre il pubblico di nuova generazione e di
sollecitare in esso l’interesse per i classici,
attraverso linguaggi innovativi della scena.
Nel 2008 vengono messi in scena due testi di
drammaturgia contemporanea che ribadiscono l’adesione di
Krypton alle tematiche dell’attualità e della crisi del
mondo moderno. A febbraio debutta al Teatro Studio di
Scandicci ANTARTIDE. O DELL’IMMERSIONE NEL BIANCO, una
drammaturgia poetica di Roberto Mussapi
ispirata all’avventura tra i ghiacci dell’Antartide
dell’equipaggio del capitano Shackelton. Il racconto del
dramma degli uomini isolati in un orizzonte di ghiaccio
è reso da un’impegnativa prova d’attore di Virginio
Gazzolo; la regia è di Giancarlo Cauteruccio.
A marzo debutta al Teatro Aurora, Scandicci, UN UOMO UN
GIGANTE. ANTONIO GRAMSCI – LA DIGNITÀ, IL CORAGGIO, LA
FORZA, una drammaturgia poetica di Lorenzo Bertolani
dalle Lettere dal carcere di Antonio Gramsci.
Antonio Gramsci è interpretato da Alessandro
Haber, a cui si affiancano Raffaele
Brancati ai fiati e Luca Marino
alle percussioni. Un omaggio ad un uomo definito un
“gigante”, la cui volontà e il cui pensiero hanno saputo
guidare intere generazioni.
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