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1988
TIBET
I Nove Miliardi di Nomi di Dio
da Arthur Clarke
 
 





libero adattamento di Marcello Walter Bruno, Giuliano Compagno, Giancarlo Cauteruccio
con Brunella Baldi, Gianni Balzaro, Maurizio Biagioni, Piergiorgio Fasoli, Alvia Reale, Elena Scala, Roberto Visconti
costumi Giulia Mafai
oggetti scenici speciali Andrea Fantini
pitture Bruno La Vergata
coreografia Raffaella Mattioli
musiche originali Michele Pisciotta
progetto scenico e regia Giancarlo Cauteruccio

Lo spettacolo, ispirato a un racconto di Arthur Clarke (autore fra l’altro di Sentinella da cui venne tratto 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick) mette in scena una vicenda fantastica e immaginaria. Il testo racconta dell’inconsueta proposta fatta a una società americana di computer da parte di una comunità di monaci tibetani che desiderano realizzare in breve tempo un progetto di catalogazione dei nomi di Dio. La proposta, che appare incomprensibile per la mentalità occidentale, viene ritenuta straordinaria e affascinante. Computer e scienziati partono per il Tibet e lassù si sviluppa e si conclude la storia. La messa in scena, strettamente basata sull’esperienza tecnologica nelle pratiche scenico visuali di Krypton, costituisce l’esempio di un’opera multimediale in cui l’attore agisce e recita integrandosi perfettamente nel linguaggio elettronico.