traduzione
e adattamento Giuliano Compagno
con Fulvio
Cauteruccio, Alida Giardina, Daniele Bartolini, Daniele
Melissi, Francesca Cipriani, Massimo Bevilacqua, Laura
Bandelloni
voce di
Guillaume Apollinaire Giuliano Compagno
voce russa Olga
Tsvetkova
coordinamento parti
corali Franco Piacentini
costumi e progetto
scenico Massimo Bevilacqua, Loreley
Dionesalvi, Federica Fabbri e Mirco Greco
coordinati
da André Benaim e Giancarlo Cauteruccio
luci Trui Malten
prologo in video
Jean Baudrillard
regia Giancarlo
Cauteruccio
Dopo vari spettacoli beckettiani Giancarlo
Cauteruccio sceglie un’opera che ha segnato l’origine
del teatro moderno: Ubu Roi di Alfred
Jarry.
Il testo, una perfetta macchina simbolista che irrompe
nell’universo teatrale e lo sconvolge, viene
rappresentato integralmente nella traduzione e
adattamento di Giuliano
Compagno, che non ha ritenuto utile nessun
eccesso moderno per rappresentare l’irrappresentabile,
ritenendo che la parola appartenga comunque agli
attori.
Il regista, in omaggio al grande polacco Tadeusz
Kantor e alla sua magnifica Classe
Morta, ambienta
Ubu C’è in una classe di irriverenti
studenti che agiscono dai loro stessi banchi
scolastici, utilizzandoli come vere e proprie protesi
dei loro corpi volutamente marionettistici, recependo
così l’esperienza del secondo montaggio di Ubu al
Théatre des Pantins il 20 gennaio 1898 ad opera dello
stesso autore, Alfréd Jarry caratterizzando i
personaggi in posa di marionette mise correttamente in
questione il ruolo del protagonista e dei suoi
comprimari, evidenziandone il profilo grottesco e
simbolico.
Giuliano Compagno dà voce a Guillaume Apollinaire,
poeta della modernità e amico di Jarry. Riservato a Jean
Baudrillard (ammesso nel Corpo dei
Trascendenti Satrapi per il Primo Anniversario della
Disoccultazione del Collegio di Patafisica in aprile
2001 insieme a tre illustri italiani: Dario Fo,
Edoardo Sanguineti e Umberto Eco) il prologo in video
con una testimonianza patafisica.