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2004
UBU C'E' da Ubu Roi
di Alfred Jarry
 
 





traduzione e adattamento Giuliano Compagno
con Fulvio Cauteruccio, Alida Giardina, Daniele Bartolini, Daniele Melissi, Francesca Cipriani, Massimo Bevilacqua, Laura Bandelloni voce di Guillaume Apollinaire Giuliano Compagno
voce russa Olga Tsvetkova
coordinamento parti corali Franco Piacentini
costumi e progetto scenico Massimo Bevilacqua, Loreley Dionesalvi, Federica Fabbri e Mirco Greco coordinati da André Benaim e Giancarlo Cauteruccio
luci Trui Malten
prologo in video Jean Baudrillard
regia Giancarlo Cauteruccio

Dopo vari spettacoli beckettiani Giancarlo Cauteruccio sceglie un’opera che ha segnato l’origine del teatro moderno: Ubu Roi di Alfred Jarry.
Il testo, una perfetta macchina simbolista che irrompe nell’universo teatrale e lo sconvolge, viene rappresentato integralmente nella traduzione e adattamento di Giuliano Compagno, che non ha ritenuto utile nessun eccesso moderno per rappresentare l’irrappresentabile, ritenendo che la parola appartenga comunque agli attori.
Il regista, in omaggio al grande polacco Tadeusz Kantor e alla sua magnifica Classe Morta, ambienta Ubu C’è in una classe di irriverenti studenti che agiscono dai loro stessi banchi scolastici, utilizzandoli come vere e proprie protesi dei loro corpi volutamente marionettistici, recependo così l’esperienza del secondo montaggio di Ubu al Théatre des Pantins il 20 gennaio 1898 ad opera dello stesso autore, Alfréd Jarry caratterizzando i personaggi in posa di marionette mise correttamente in questione il ruolo del protagonista e dei suoi comprimari, evidenziandone il profilo grottesco e simbolico.
Giuliano Compagno dà voce a Guillaume Apollinaire, poeta della modernità e amico di Jarry. Riservato a Jean Baudrillard (ammesso nel Corpo dei Trascendenti Satrapi per il Primo Anniversario della Disoccultazione del Collegio di Patafisica in aprile 2001 insieme a tre illustri italiani: Dario Fo, Edoardo Sanguineti e Umberto Eco) il prologo in video con una testimonianza patafisica.